La nuova proposta del Fisco

24 Maggio 2024di Giuseppe Maniaci
Closeup shot of two businessmen shaking hands in an office
Shot of a group of business colleagues meeting in the boardroom

Al fine di instaurare un rapporto di fiducia e collaborazione tra contribuenti e fisco, l’Agenzia delle Entrate mette in campo il Concordato Preventivo Biennale si tratta di un nuovo strumento per semplificare ed agevolare le piccole-medio imprese, partite IVA, professionisti ed anche le società di minori dimensioni che applicano gli ISA, e forfettari, consente di concordare preventivamente le tasse da pagare per i prossimi due anni con la concessione di alcuni benefici per chi aderisce.

Il “Concordato preventivo Biennale” (approvato con D.LGS. 13/2024) consiste in una proposta biennale che l’Agenzia delle Entrate farà, a seguito della richiesta del contribuente, sulla base dei dati in proprio possesso, dei dati dichiarati e delle informazioni disponibili, al fine di stabilire preventivamente le imposte sui redditi dovute e l’Irap.

Entro il 15 giugno 2024 l’Agenzia delle Entrate dovrà predisporre i moduli informatici dove i contribuenti potranno inserire i loro dati ai fini dell’elaborazione della proposta di concordato e di il 31 ottobre 2024 è il termine ultimo entro cui il contribuente potrà accettare la proposta formulata da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Possono aderire i contribuenti in possesso dei requisiti di regolarità fiscale e regolarità contributiva ovvero se il soggetto ha debiti tributari o contributivi inferiori a 5.000 euro;

I vantaggi per chi aderisce sono:

  • i periodi d’imposta oggetto di concordato non potranno essere sottoposti agli accertamenti (di cui all’art. 39 del DPR 600/73 e art. 34 del D Lgs. 13/2024) analitici, analitici-induttivi o presuntivi e induttivi puri, pur mantenendo la possibilità di accessi, ispezioni o verifiche,
  • i contribuenti inoltre possono optare per l’applicazione di un’imposta sostitutiva con aliquote variabili dal 10 al 15% calcolata su una base imponibile pari alla differenza, se positiva, tra il reddito di lavoro autonomo e di impresa concordato e il corrispondente reddito del periodo precedente a quelli cui si riferisce la proposta,
  • chiaramente il principale vantaggio del concordato preventivo biennale è per le partite IVA che prevedono nel biennio un reddito più alto di quanto concordato, in quanto le somme eccedenti non saranno tassate. Di contro, nessuna modifica in diminuzione anche in caso di reddito effettivo inferiore.
  • ai soggetti che aderiscono al concordato preventivo biennale è riconosciuto l’accesso al regime ISA premiale ed i benefici che ne comporta, compresi quelli relativi all’IVA, previsti all’art. 9-bis co. 11 del DL50/2017 (art. 19 co. 3 del D Lgs. 13/2024);
  • Il decreto prevede poi, che in caso di “maggiori o minori redditi effettivi, rispetto a quelli oggetto del concordato con l’agenzia delle entrate”, non saranno previste modifiche sul fronte del calcolo delle imposte e dei contributi dovuti.

Di contro però, i soggetti che non aderiscono al concordato preventivo biennale, saranno soggetti a maggiori controlli dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza ed un inasprimento di eventuali sanzioni tributarie accessorie.

Per l’adesione al concordato inoltre, vi sono i costi di consulenza commerciale per l’avvio della pratica e delle varie procedure per la sua attivazione.

Nulla cambia sul fronte degli ordinari adempimenti contabili e dichiarativi e in materia di IVA e sarà in ogni caso necessaria la comunicazione dei dati ai fini degli ISA.

Occorre prestare attenzione anche ad alcuni effetti di decadenza dal regime di Concordato, quali ad esempio: -se nei periodi di imposta oggetto del concordato verrà individuata l’esistenza di attività non dichiarate per un importo superiore al 30% dei ricavi dichiarati; -in caso di omesso versamento delle imposte dovute a seguito dell’adesione al concordato preventivo biennale.

Dunque utilizzare tale strumento semplifica il panorama fiscale. Tuttavia, mantenere gli impegni sui redditi concordati è cruciale per evitare il decadimento. Tra l’altro, con un reddito diverso, ad esempio minore nell’anno successivo, si rischia di pagare più, senza possibilità di chiedere una modifica del concordato.

(Post aggiornato al 07/08/2024)

Giuseppe Maniaci

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